È una fame d’amore quella descritta dalla giovane scrittrice, che nel tempo può indurre a sensi di colpa o addirittura all’imporsi punizioni fisiche.
Delle volte scrivere un libro può essere determinante,
soprattutto se si cerca di comprendere quali cause possano aver indotto una
ragazza di soli 13 anni a decidere di smettere di bere e mangiare. Ce lo
insegna Melania Scisci, con la sua “Stanza 309” un testo nel quale racconta
senza veli le atrocità vissute nel periodo pandemico a causa dell’anoressia, un
disturbo alimentare largamente diffuso tra i giovani e mai abbastanza
analizzato. In un mondo social in cui l’apparire conta sempre più dell’essere,
gli stereotipi legati all’aspetto fisico possono essere letali, ancor più se
dall’altra parte dello schermo c’è una ragazza piena di insicurezze. In tal
senso svolge un ruolo fondamentale la società che ci circonda, in particolare
gli adolescenti che con le loro parole posso dimostrarsi veri e propri
salvatori ma anche spietati carnefici. È dunque una fame d’amore quella
descritta dalla giovane scrittrice, che nel tempo può indurre a sensi di colpa
o addirittura all’imporsi punizioni fisiche. Ma Melania un messaggio ce l’ha
dato: la forza la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno
si ricorda di accendere la luce. Un servizio nel telegiornale.