Coldiretti Puglia: addio alla pasta italiana 100%

Autore Redazione Canale 7 | mar, 16 nov 2021 12:04 | 799 viste | Coldiretti Puglia Pasta Etichettatura Agricoltura Economia Attualità

Scade l’obbligo dell’etichettatura della pasta. Addio pasta 100% italiana: è l’allarme lanciato da Coldiretti regionale

Addio alla pasta 100% italiana con la scadenza dal prossimo 31 dicembre 2021 dell’obbligo di etichettatura dell’origine del grano utilizzato, con grave danno per iconsumatori che hanno preso d’assalto penne e spaghetti certificati tricolori, con un aumento delle vendite del 29% nello scorso anno. A denunciarlo è la Coldiretti Puglia, in riferimento all’arrivo al porto di Bari di navi cariche di grano anche straniero proveniente da Russia e Ucraina. Si ricorda che l’obbligo dell’etichettatura di origine del grano impiegato fortemente voluta dalla Coldiretti è scattato il 14 febbraio del 2018. Il decreto prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia, spiega la Coldiretti,debbano indicare il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e quello di molitura. Una misura che ha portato gli acquisti di pasta con 100% grano italiano a crescere ad un ritmo di quasi 2 volte e mezzo superiore a quello medio della pasta secca, spingendo le principali industrie agroalimentari a promuovere delle linee produttive con l’utilizzo di cereale interamente prodotto sul territorio nazionale. Per acquistare la vera pasta Made in Italy 100% – precisa la Coldiretti – basta scegliere le confezioni che riportano le indicazioni “Paese di coltivazione del grano: Italia” e “Paese di molitura: Italia”. La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 9.990.000 quintali prodotto e valore della filiera della pasta in Puglia pari a 542.000.000 euro. Per recuperare sovranità e garantire la disponibilità del grano e degli altri prodotti agricoli – conclude la Coldiretti regionale – occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali.

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