Presentato Prospero Fest

Autore Gianni Catucci | mar, 23 ott 2018 18:38 | 2281 viste | Monopoli Amministrazione-Comunale Assessorato-Cultura Associazioni Spettacolo

Si svolgerà a Monopoli dal 10 al 17 novembre prossimi nei contenitori culturali cittadini. 

E’ stato presentato questo pomeriggio ( 23 ottobre 2018 ) alla stampa “Prospero Fest”,   il cartellone di eventi di promozione culturale che si svolgeranno a Monopoli nella settimana compresa tra il 10 e il 17 novembre.  La presentazione è avvenuta nella Biblioteca Civica “Prospero Rendella”. L’evento è finalizzato a celebrare le ricorrenze dell’apertura al pubblico della biblioteca e dei rifugi antiarei, con la collaborazione delle associazioni cittadine. Sono previste una mostra d’arte contemporanea, la presentazione di libri di autori di caratura nazionale, workshop, performances musicali e teatrali, laboratori di lettura con le scuole e una notte bianca dei bambini in biblioteca.

IL PROGRAMMA ( Da comunicato)


PROSPERO FEST: ALCUNI DEGLI EVENTI PRINCIPALI

 

Sabato, 10 Novembre 2018

Ore 19.30 - Biblioteca Rendella

“IL VERO, IL GIUSTO, IL BELLO. IL SENSO DELLA LETTURA D’INVENZIONE NEL XXI SECOLO”

Antonella Agnoli dialoga con Nicola Lagioia

 

Direttore del Salone internazionale del Libro dal 2016, Nicola Lagioia, nato a bari, è uno scrittore italiano , volumetto allegato all’Annuario della poesia italiana curato da Giorgio Manacorda (Castelvecchi, 2001), per minimum fax (per cui dirige "nichel", la collana di narrativa italiana) ha pubblicato nel 2001 il suo primo romanzo, Tre sistemi per sbarazzarsi di TolstojBabbo Natale. Ovvero come la Coca Cola ha colonizzato il nostro immaginario collettivo (2009). Ha pubblicato racconti in varie antologie:  (Rizzoli 2003),  (minimum fax, 2004) che ha curato assieme a Christian Raimo,  (Laterza, 2006), , dedicata a Fabrizio De André (Biblioteca Universale Rizzoli, 2006),  (Biblioteca Universale Rizzoli, 2008),  (Neri Pozza, 2008). Per Einaudi ha pubblicato Occidente per principianti (2009, con cui si aggiudica il premio Siae, il premio Vittorini, il premio Volponi, il Premio Viareggio 2010 per la narrativa) e  (2014), grazie al quale vince il Premio Strega 2015.

 

 

Domenica, 11 Novembre 2018

Ore 19.00 - Biblioteca Rendella

presenta il libro DOPO TANTA NEBBIA

Dialoga con l’autrice Marina Barletta

 

Gabriella Genisi è nata nel 1965. Ha scritto numerosi libri e ha inventato il personaggio del commissario Lolita Lobosco, la poliziotta più sexy del Mediterraneo, protagonista di alcuni romanzi pubblicati da Sonzogno:  (2016) e  (2017).

 

In DOPO TANTA NEBBIA Lolita Lobosco è stata promossa questore e deve trasferirsi a Padova. Ma gli inizi non sono facili: l’ambiente si rivela più intollerante del previsto, la nebbia confonde i pensieri e mortifica i capelli, l’orizzonte d’acqua di Bari è troppo lontano per curare la solitudine. Anche il lavoro stenta a decollare, e poi, con i nuovi colleghi, proprio non riesce a legare. Solo grazie all’aiuto e ai consigli di Giancarlo Caruso, affascinante vicequestore di origini siciliane, le cose migliorano, mentre un caso di bullismo – la scomparsa, nell’omertà generale, di un ragazzo da uno dei licei più in vista della città del Santo –mette a dura prova il talento investigativo di Lolì. Dopo tanto freddo, intorno e nell’anima, la commissaria più bella del Mediterraneo riesce finalmente a farsi richiamare nella sua amata Puglia, dove pure l’attende un mistero da risolvere: una sensuale arpista è stata massacrata in un appartamento. I sospetti sono tanti, ma c’è uno strano testimone... Alle due estremità della penisola, tra panzerotti e pettole di Natale, la passionale poliziotta barese torna a ricercare la verità, sui luoghi di delitti efferati e nel fondo stropicciato del proprio cuore.

 

 

Lunedì, 12 Novembre 2018

LA ZONA GRIGIA E LA FRAGILITÀ DELL’ESISTENZA
Ieri e oggi, la gente comune davanti alla violenza della storia

Incontro con Rosella Postorino (premio Campiello 2018)

Dialoga con l’autrice Massimo Gaudioso

Letture a cura dell’attrice Caterina Valente

 

Rosella Postorino è cresciuta a San Lorenzo al mare (IM) e vive a Roma. Ha esordito con il racconto Ragazze che dovresti conoscere, Einaudi Stile libero 2004), ha poi pubblicato alcuni racconti e un saggio di critica letteraria, , Lindau 2003). Il suo primo romanzo, La stanza di sopra, uscito a febbraio 2007 per Neri Pozza Bloom, è entrato nella rosa dei tredici finalisti del Premio Strega e ha vinto il Premio Rapallo Carige Opera Prima e il Premio Città di Santa Marinella. Collabora con le pagine romane del quotidiano «la Repubblica» e scrive su «Rolling Stone».

Ha pubblicato inoltre L’estate che perdemmo Dio (Einaudi Stile Libero, 2009; Premio Benedetto Croce e Premio speciale della giuria Cesare De Lollis) e Tu (non) sei il tuo lavoro, Bompiani, 2009),  (Feltrinelli, 2018). È fra gli autori di  (Einaudi, 2015).

 

Nel romanzo LE ASSAGGIATRICI con una rara capacità di dare conto alle ambiguità dell'animo umano, Rosella Postorino, ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf) racconta la vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della storia, forte dei desideri della giovinezza.

La prima volta in cui Rosa Sauer (il personaggio della Pastorino ispirato a Margot entra nella stanza in cui dovrà consumare i suoi prossimi pasti è affamata. «Da anni avevamo fame e paura», dice. Siamo nell'autunno del 1943, a Gross-Partsch, un villaggio molto vicino alla Tana del Lupo, il nascondiglio di Hitler. Ha ventisei anni, Rosa, ed è arrivata da Berlino una settimana prima, ospite dei genitori di suo marito Gregor, che combatte sul fronte russo. Le SS posano sotto ai suoi occhi un piatto squisito: «mangiate» dicono, e la fame ha la meglio sulla paura, la paura stessa diventa fame. Dopo aver terminato il pasto, però, lei e le altre assaggiatrici devono restare per un'ora sotto osservazione in caserma, cavie di cui le SS studiano le reazioni per accertarsi che il cibo da servire a Hitler non sia avvelenato. Nell'ambiente chiuso di quella mensa forzata, sotto lo sguardo vigile dei loro carcerieri, fra le dieci giovani donne si allacciano, con lo scorrere dei mesi, alleanze, patti segreti e amicizie. Nel gruppo Rosa è subito la straniera, la "berlinese": è difficile ottenere benevolenza, tuttavia lei si sorprende a cercarla, ad averne bisogno. Soprattutto con Elfriede, la ragazza più misteriosa e ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del '44, in caserma arriva un nuovo comandante, Albert Ziegler. Severo e ingiusto, instaura sin dal primo giorno un clima di terrore, eppure - mentre su tutti, come una sorta di divinità che non compare mai, incombe il Führer - fra lui e Rosa si crea un legame speciale, inaudito.

 

 

Martedì, 13 Novembre 2018

Ore 19.00 - Biblioteca Rendella

presenta il libro

GLI IMPERTINENTI. IL VIAGGIO DI CARLA E SANDRO PERTINI PER L’ITALIA DI OGGI

Dialogano con lʼautore Valentino Lenoci e Emilio Graziuso

 

Associato di Diritto Costituzionale nell'Università del Salento, Custodero è coordinatore dell’ “Osservatorio Istituzionale per la libertà e la giustizia sociale 'Sandro e Carla Pertini'” che effettua dettagliati monitoraggi sulla forma politica in Italia, anche in relazione alle esperienze delle principali democrazie occidentali”. Alla sua ampia produzione scientifica nel campo del diritto, accompagna una produzione di matrice storica sugli eventi dell’Italia nel periodo a cavallo tra la fine degli anni settanta e i primi anni ’80.

 

GLI IMPERTINENTI è il racconto del viaggio del presidente della Repubblica, Sandro Pertini, a poche settimane dagli sconvolgenti assalti terroristici dei primi mesi del 1980, proprio nella città natale di Aldo Moro, Maglie nel cuore del Salento. Un viaggio dal forte impatto di molteplice significato e valore, ma era anche "un ritorno", da capo dello Stato, a Turi, in terra di Bari, dove egli confinato dal regime fascista, fu compagno di cella di Antonio Gramsci.

 

 

  Mercoledì, 14 Novembre 2018

Ore 17.30 - Biblioteca Rendella

Luciano Canfora presenta il libro

LA SCOPA DI DON ABBONDIO

dialoga con l’autore Lino Patruno

 

nato a Bari, è ordinario di Filologia greca e latina presso l’Università di Bari. Laureatosi in Storia romana, ha svolto il perfezionamento in Filologia classica alla Scuola Normale di Pisa. Assistente di Storia Antica, poi di Letteratura Greca, ha insegnato anche Papirologia, Letteratura latina, Storia greca e romana. Fa parte del Comitato scientifico della “Society of Classical Tradition” di Boston e della Fondazione Istituto Gramsci di Roma. Dirige la rivista «Quaderni di Storia» e la collana di testi “La città antica”. Fa parte del comitato direttivo di «Historia y critica» (Santiago, Spagna), «Journal of Classical Tradition» (Boston), «Limes (Roma)». Ha studiato problemi di storia antica, letteratura greca e romana, storia della tradizione, storia degli studi classici, politica e cultura del XX secolo. Molti dei suoi libri sono stati tradotti in USA, Francia, Inghilterra, Germania, Grecia, Olanda, Brasile, Spagna, Repubblica Ceca.

 

LA SCOPA DI DON ABBONDIO è un libro radicale e coraggioso sul baratro che si è venuto ad aprire tra ‘sinistra’ e ‘popolo’ con l’abdicazione della ‘sinistra’ ai compiti e ai fini per cui è nata. «La conclusione tumultuosa e, per taluni, sconcertante, del secolo XX ha imposto a tutti un drastico ripensamento sulla direzione e sulle dinamiche del ‘movimento storico’, come lo chiamava Tolstoj. Si sa che le grandi crisi – quelle che don Abbondio chiamava ‘colpi di scopa’ – non solo rimescolano le carte e innescano nuovi e diversi rapporti di forza, ma fanno saltare molte ‘filosofie’ della storia e impongono una rinnovata riflessione sul suo senso. Tra il cupo fatalismo assertore dell’eterno ritorno degli stessi fenomeni sia pure con mutati protagonisti e il pervicace ottimismo degli assertori delle inarrestabili ‘sorti progressive’, la lezione epocale della fine del ’900 può – come avvenne anche in altre epoche – aprire una prospettiva critica e realistica: che cioè nessun ritorno è davvero un ritorno al punto di partenza e nessuna restaurazione è davvero tale. Il sinuoso movimento della storia può sprofondarci in deprimenti bassure ovvero innalzarci verso affrettate illusioni. Chi abbia avuto la ventura di vivere crisi epocali e delusioni salutari può tenersi immune da entrambi i rischi: purché sia consapevole del peso delle tradizioni, dell’ingombro dei pregiudizi, dell’insidia costante rappresentata da quel ferino egoismo che costituisce il nucleo del sentire degli umani. Quel nucleo necessita di una drastica, ininterrotta, spesso perdente, educazione all’uguaglianza e alla fratellanza, concetti che datano perlomeno dal 1789. Di tale sinuoso movimento, che non può aver fine, discorre questo libro.»

 

 

 

Mercoledì, 14 Novembre 2018

Ore 19.00 - Biblioteca Rendella

presenta il suo nuovo libro

LA PAROLA AI GIOVANI. DIALOGO CON LA GENERAZIONE DEL NICHILISMO ATTIVO

Dialoga con l’autore Massimo Gaudioso

Letture a cura dell’attrice Caterina Valente

 

 

Filosofo, psicoanalista e docente universitario italiano. Compiuti gli studi di filosofia e psicologia, è attualmente professore ordinario di filosofia della storia presso l’Università di Venezia. Professore associato fino al 1999, precedentemente (dal 1976 al 1983) è stato professore incaricato di antropologia culturale. Dal 1985 è membro ordinario dell'International Association of Analytical Psychology.
Allievo di Karl Jaspers durante alcuni soggiorni in Germania, ne ha tradotto in italiano le opere. Ha dedicato anche alcuni studi a Edmund Husserl e a Martin Heidegger. Dal 1995 collabora con il quotidiano «la Repubblica». 

Tra le sue opere si ricordano: Dizionario di psicologiaIl segreto della domanda. Intorno alle cose umane e divineLa morte dell'agire e il primato del fare nell'età della tecnica (I miti del nostro tempoLa parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo(2018).

 

C'è un nuovo ospite inquietante. È il cinismo che pervade la nostra società e che avvilisce le nuove generazioni. In LA PAROLA AI GIOVANI. DIALOGO CON LA GENERAZIONE DEL NICHILISMO ATTIVO,il grande filosofo e psicoanalista si pone come loro ascoltatore e offre agli adulti un fondamentale strumento di comprensione. «Al nichilismo passivo della rassegnazione, non sono pochi i giovani che sostituiscono il nichilismo attivo di chi, prendendo le mosse proprio da quel desolante scenario, e non da consolanti speranze o inutili attese, inventa il proprio futuro.» Ogni genitore si chiede chi sia il proprio figlio, che cosa desideri, come sia fatto il suo mondo. Ma spesso capire è complicato, ed essere d'aiuto nelle difficoltà lo è ancora di più. Umberto Galimberti sa che nell'era di Facebook e di Instagram la realtà che conta è quella virtuale, il tempo è accelerato e la competizione per ritagliarsi un ruolo nella società è molto forte: «Chi non corre e non vince in questa gara di velocità non è al mondo. In quel mondo virtuale che ormai è più reale del mondo cosiddetto 'reale'». E come reagiscono i giovani a questa pressione? La fretta che ogni ventenne ha di realizzare i propri sogni rischia di degenerare in una forma di cinismo del tutto sconosciuta alla generazione dei suoi genitori. Ragazze e ragazzi si affidano all'indifferenza e al controllo dei sentimenti e delle emozioni, per evitare che le passioni diventino un ostacolo all'autoaffermazione. Questi giovani, allora, hanno bisogno di essere ascoltati e hanno bisogno di risposte. Per non perdere di vista il dono prezioso del tempo della vita, un tempo per rincorrere i propri sogni e anche per concedersi il lusso di commettere gli errori che fanno crescere. Galimberti dialoga con ciascuno ed esplora le sofferenze, i dubbi, le ansie e i desideri di una generazione. Ascolta le parole, le idee e le aspirazioni. E offre a ogni genitore uno strumento per interrogarsi sui propri figli, per comprendere la profondità delle loro domande e per impedire che tutte le speranze si trasformino in delusioni.

 

 

Giovedì, 15 Novembre 2018

Ore 19.00 - Biblioteca Rendella

Onofrio Pagone presenta il libro

PIÙ DI UNA REGINA

dialoga con l’autore Valeria Dell’Anna

interviene la protagonista del romanzo Maria Elena Barile Damiani

 

 

Giornalista della “Gazzetta del Mezzogirno”, nato a Bari nel 1960, per quasi quindici anni è stato inviato dell’Ansa con all’attivo esperienze di inviato di guerra anche in Somalia e Albania. Nel 1998 gli è stato conferito al Quirinale il premio Saint-Vincent di giornalismo per la cronaca.

Nel 2010 ha pubblicato con Progedit la raccolta di racconti Per un giorno, premiata come “Migliore opera prima” al festival “Il libro possibile” di Polignano a Mare. Del 2016 il romanzo io non ho sbagliato, edito da Giraldi.

 

Una donna, la sua malattia, la resilienza. È una storia vera questa di Maria Elena, raccontata col passo della testimonianza e del confronto d'anime tra la protagonista e l'autore PIÙ DI UNA REGINA. La sclerosi multipla non perdona, ma neppure la burocrazia. Questo racconto si snoda perciò tra i gangli dei sentimenti, delle emozioni e delle ambizioni della vita di ogni giorno, con scene e situazioni talvolta paradossali. È una narrazione biografica autorizzata, scritta su richiesta espressa della stessa Maria Elena. Questa donna forte, piegata nel fisico ma ostinata e guerriera nello spirito, ha voluto voce per far sapere come alla malattia si possa comunque opporre la forza del sorriso: è convinta che la rassegnazione e la tristezza immobilizzino più e prima della sclerosi multipla. "La malattia" dice "non è un nemico infame, è solo un'insidia che agita la vita". In questa sua battaglia quotidiana, Maria Elena si sente più di una regina ed è sostenuta da una fede incrollabile: nel racconto ne spiega i motivi.

 

 

Sabato, 17 Novembre 2018

Ore 19.30 - Rifugi antiaerei

di Michele Giangrande

Mostra di arte contemporanea

 

Michele Giangrande, Bari 1979. Ha compiuto studi artistici (Accademia di Belle Arti di Bari). È stato docente di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Nel 2015 la sua ricerca è stata oggetto di un documentario di 26 min. dal titolo “Odissea dandy – Michele Giangrande e il suo atelier”, promosso dall’Apulia Film Commission in collaborazione con la Fondazione Museo Pino Pascali e arTVision – a live art channel e prodotto dalla ESPRIT FILM, presentato a diversi festival di settore e inserito nel palinsesto del canale televisivo SKY ARTE HD per la primavera 2016. Le sue opere sono presenti in musei, collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Ha esposto in numerose mostre personali, collettive e di gruppo. Attualmente le sue gallerie di riferimento sono: ARTNESIA, Londra; GALLLERIAPIU’, Bologna; SAVINA GALLERY, San Pietroburgo/Mosca. Collabora inoltre con: ARTWO, Roma; BASITA ITALIAN DESIGN, Roma; COMPETENZE DISTINTIVE, Milano.

 

BUNKER è un ambizioso progetto strategico dedicato interamente all’arte contemporanea nei meravigliosi spazi del Bunker Museum in Piazza Vittorio Emanuele.

Michele Giangrande l’artista invitato per dare inizio a questo nuovo percorso, con il secondo capitolo della mostra esperienziale e itinerante “BUNKER”, a cura di Alexander Larrarte con i contributi critici di Giusy Caroppo e Roberto Lacarbonara, promossa dal Comune di Monopoli, Assessorato alla Cultura, con il patrocinio della Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a mare.

Tutta l’operazione sarà documentata con un importante volume edito da Quorum Edizioni.

Nel rifugio antiaereo, ora Bunker Museum, tra i ristretti corridoi e l’eco di un passato lontano, una mostra d’arte contemporanea invade il sottosuolo di Monopoli. Oltre una lastra posta nel terreno che riporta l’articolo 11 della costituzione “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, da una ripida scala, si accede ad un articolato sistema di gallerie nelle viscere della terra. Il forte impatto con l’ambiente stretto e buio, consentirà di addentrarsi tra le installazioni realizzate per l’occasione. L’allestimento curato dalla scenografa Angela Varvara con le musiche di Stefano Ottomano, contribuiranno ad accentuare la riflessione e il senso di disagio e malessere alla base dell’esperienza.

Michele Giangrande lavora nel campo dell'arte contemporanea con opere di carattere concettuale. Il percorso raccoglie, come i gironi dell’inferno dantesco, 9 installazioni site specific, “senza titolo” in omaggio alle vittime di tutte le guerre di cui non si è mai accertata l’identità.

 

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