Utilizzavano un telefono in carcere: in 40 rischiano il processo a Brindisi

Autore Alfonso Spagnulo | gio, 25 set 2025 15:23 | 373 viste | Brindisi Carcere Telefono Processo

Tra gli indagati anche tre fasanesi

BRINDISI - Sui manuali di psicologia si legge che la condivisione nasce dal desiderio di connessione. Proprio quello che accadeva nel carcere di Brindisi dove, stando a quello che è emerso da un'indagine condotta dalla locale Procura della Repubblica, 40 detenuti condividevano lo stesso microtelefono. Nei giorni scorsi, la pm Livia Orlando ha emesso il decreto di citazione a giudizio a carico di 40 imputati, tutti accusati di aver comunicato illecitamente con l'esterno, mentre erano detenuti nel carcere del capoluogo adriatico, grazie a un microtelefono. L'udienza predibattimentale si terrà il 9 dicembre dinnanzi alla giudice Stefania De Angelis. Tutti devono rispondere della stessa accusa, quella contemplata dall'articolo 391 comma ter del Codice penale, ovvero "accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti". Reato che è punito con una pena compresa tra uno e quattro anni di reclusione. Tra i 40imputati ci sono tre fasanesi: un 36enne, un 57enne e un 33enne. A dare il "la" alle indagini è stato il ritrovamento e il successivo sequestro di un microtelefono cellulare, marca Nokia, nella cella occupata da quattro detenuti, tutti brindisini. Associato a diverse sim, era provvisto di caricabatterie ed era nascosto dietro una piastrella del bagno. Dall'1 marzo all'11 dicembre 2023 tutti gli imputati avrebbero utilizzato il microtelefono per comunicare, in maniera non lecita, con i propri familiari o altri soggetti. Alcune delle persone che ora rischiano il processo sono ancora recluse, anche ai domiciliari o in altre carceri, altre sono tornate in libertà.

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