Exploit dell'export dei prodotti agroalimentari made in Puglia: più 16% in un anno

Autore Redazione Canale 7 | mar, 09 mag 2023 11:13 | 461 viste | Condiretti Puglia Esportazioni Agroalimentare Economia

E’ boom del vino più 68% verso il Regno Unito.

Sono sempre più richiesti all'estero i cibi made in Puglia. Nel 2022 l'export di prodotti agroalimentari della regione ha registrato un +16%, trainato dai prodotti simbolo della dieta mediterranea come vino, pasta, olio e ortofrutta.  E’ quanto rende noto Coldiretti Puglia. L’olio svetta sul podio con un aumento del 30,4, la pasta fa un balzo del 37,1%, il vino ha una crescita del 10,4% nei primi mesi, davanti a frutta e verdura trasformata e conservata dell’11,5%". E questo nonostante resti da colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti: dalla carne ai cereali fino alle colture proteiche necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti. "Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i turisti e i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio in Italia e all’estero- sottolinea Coldiretti regionale - è il nostro obiettivo perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio". Entusiasmanti anche i risultati del vino pugliese "che testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l’obiettivo di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali con i marchi di qualità che sono riusciti a penetrare il mercato estero facendo un salto in avanti tangibile in pochi anni". Con un totale di 38 vini DOP e IGP la Puglia si posiziona al quinto posto della classifica nazionale dei prodotti certificati – aggiunge Coldiretti su Dati Ismea.  Un vero boom si è verificato nel Regno Unito con un +68% che evidenzia come l’export pugliese si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue, seguito dalla crescita del +24% delle vendite negli Stati Uniti.

 

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