Xylella, Vivaisti: "La determina è una vittoria a metà"

Autore Antonella Leoci | mar, 09 lug 2019 12:01 | 1309 viste

Il protocollo approvato dall'Osservatorio Fitosanitario sarebbe proibitivo in termini di prescrizioni.

La Regione Puglia ha adottato ieri il protocollo tecnico che formalmente dà il via libera alla produzione e alla commercializzazione all'ingrosso di piante specificate, in zona delimitata a Xylella fastidiosa, anche infetta. «Portiamo a casa – ha commentato Paolo Leoci del Coordinamento vivaisti pugliesi - un grande risultato, adesso però sarà necessario rispondere alle istanze dei vivaisti che vogliano accreditarsi sia per la deroga che per la produzione e commercializzazione. Urge un implemento di forze all’interno dell’Osservatorio Fitosanitario».

Un risultato raggiunto dunque per il comparto vivaistico pugliese, gravemente colpito dal batterio killer degli ulivi, ma che ha il sapore di una vittoria a metà.  «Se da una parte festeggiamo – fa sapere Leonardo Capitanio, Presidente dell’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori - perché finalmente dopo anni di richieste abbiamo ottenuto un documento che ci potrebbe consentire produzione e vendita in zona delimitata, dall’altra tecnicamente parlando questa determina ci sembra quasi una presa in giro. Perché, al netto di ciò che si preannuncia in quel documento che renderebbe apparentemente tutto fattibile, dal punto di vista tecnico la produzione e la commercializzazione sono rese molto difficili. Ad un’azienda che venda quotidianamente piante specificate è richiesto di fare analisi molecolari di tutto il vivaio ogni dieci giorni sulle stesse piante. Parliamo di costi che possono superare i mille euro per ogni analisi. E farlo ogni dieci giorni per l’intero anno è proibitivo».

Toni trionfalistici ingiustificati, dunque, quelli con i quali è stato annunciato il provvedimento licenziato dall’Osservatorio Fitosanitario, del quale circa tre settimane fa i vivaisti avevano ricevuto una bozza che tuttavia non conteneva ciò che è poi emerso. «Dicono – conclude Capitanio - di aver coinvolto le imprese ma di fatto ci hanno sottoposto un documento ben diverso e lungi dall’essere concertato».

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