Respiriamo a Monopoli: sequestro industria primo passo sulla via della verità sui miasmi

Autore Redazione Canale 7 | gio, 16 apr 2020 13:02 | 1860 viste | Monopoli Respiriamo-A-Monopoli Ambiente

E' l'aupicio del comitato monopolitano per arrivare a conclusioni concrete su cattivi odori e potenziali inquinamenti.   

" Lo scorso 6 aprile la Guardia Costiera, in esecuzione di un decreto del Tribunale di Bari, ha operato il sequestro preventivo di uno stabilimento - di proprietà della PIPEPLAST s.r.l. - sito nella Zona Industriale di Monopoli. Abbiamo letto con attenzione il comunicato stampa della Procura della Repubblica di Bari, che sottolinea come l’attività investigativa svolta abbia portato alla luce molte e gravi irregolarità. Ed attenderemo quindi rispettosamente che si possano accertare le responsabilità e vengano assunti i relativi provvedimenti di giustizia.
Si tratta di un primo passo nella direzione da noi auspicata. Certo di un passo molto significativo, perché per la prima volta in atti ufficiali si attesta in modo inequivocabile ciò che è stato più volte negato in passato. “Monopoli puzza, ma non è inquinata”, è stato ripetuto molte volte ed anche lo scorso 21 gennaio, durante quel Consiglio Comunale svoltosi alla presenza di centinaia di monopolitani, stufi di ricevere rassicurazioni che non hanno mai convinto nessuno. Da adesso in avanti almeno questa litania ci dovrebbe essere risparmiata: anche Monopoli risulta essere inquinata, se è vero che i Magistrati del Pool Ambiente della Procura di Bari hanno messo per iscritto che nella nostra Zona Industriale si svolgeva un’attività che provocava “diretta dispersione nell’aria di micro/mini particelle plastiche” e che comprometteva gravemente “il sottosuolo e la falda sottostante per l’accertata presenza di fanghi (scarti di produzione industriale) e percolato”. E’ proprio realizzando condotte inquinanti di tale gravità che questa azienda, inoltre, “diffondeva nell'atmosfera miasmi di plastica combusta percettibili anche a notevole distanza”. Dunque, d’ora in avanti dovrebbe essere chiaro proprio a tutti, dal Primo all’ultimo cittadino della nostra città, che le “puzze”, le “molestie olfattive”, “i cattivi odori”, “i miasmi”, non arrecano solo un forte ed ingiustificabile disturbo alla normale vivibilità urbana. Non si limitano ad incidere in modo pesante sulla vita di tanti cittadini, cosa di per sé intollerabile ed illegale, no! Spesso i disagi causati dalle emissioni odorigene non sono altro che spia e sentinella di inquinamento ambientale, come tanti monopolitani hanno sempre sospettato e temuto. E perciò, da adesso in poi, non potremo più consentire a nessuno di continuare a sottovalutare l’allarme sociale che tali molestie provocano, in particolare se ciò dovesse accadere nuovamente in sedi istituzionali.
Soprattutto questo ci preme sottolineare in merito alla recente operazione a tutela del nostro territorio. Del resto, non ci sembra ci siano motivi per esultare nel sapere che questo genere di minacce siano state a lungo attive e pienamente operative, causando danni all’ambiente ed alla salute pubblica, prima di essere fermate. Né ci appassiona la frivola ricerca dell’attribuzione di meriti, passatempo sterile e già abbastanza praticato. Il “doveroso riconoscimento” di cui parla la Procura nel suo comunicato spetta a nostro avviso solo a tutta quella parte di cittadinanza attiva di Monopoli che dallo scorso autunno, in varie forme e modi, ha deciso di manifestare il proprio disagio ed organizzarsi per ottenere risposte chiare. Il Comitato appartiene a quei cittadini e continuerà a esistere e a battersi finchè non sarà fatta piena luce sulla qualità dell’aria che respiriamo a Monopoli e delle acque che scorrono nel nostro sottosuolo. E, alla luce delle numerose segnalazioni pervenuteci nei giorni successivi al sequestro della PipePlast, crediamo purtroppo che sia ancora molta la strada da percorrere prima di poter pensare di essere vicini al nostro obiettivo. Intense esalazioni stanno infatti martellando implacabilmente una popolazione già costretta da settimane a restare chiusa in casa per l’epidemia ed il conseguente lock down, avvilendola ancora più del solito. L’auspicio è che almeno proprio questa coincidenza di tempi possa fornire a chi sta indagando elementi utili, restringendo il cerchio delle possibili fonti di emissione a chi è attualmente autorizzato a continuare la produzione. Noi intanto non smetteremo di vigilare ed invitiamo chi vive a Monopoli e ama veramente la città ad affiancarci senza timore nella ricerca della verità.
COMITATO RESPIRIAMO A MONOPOLI

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