Ilva: il vicepremier Di Maio chiede parere all’Avvocatura dello Stato

Autore Redazione Canale 7 | gio, 09 ago 2018 12:58 | 1708 viste | Ilva Ministro-Di-Maio Cofimi-Puglia Attualità

Il presidente di Cofimi Puglia, Ventricelli, invoca una soluzione rapida della vicenda del siderurgico.

Inviata all'Avvocatura Generale dello Stato la lettera del ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, con la richiesta di parere in merito a possibili anomalie relative alla procedura di gara per l'Ilva. La lettera si chiude con la richiesta di un parere circa l'effettiva sussistenza di ragioni di interesse pubblico tali da legittimare l'eventuale annullamento d'ufficio degli atti. "Sarà la legge a dirmi quello che devo fare- dice Di Maio- Non è quindi Di Maio  che decide, sarà l'Avvocatura a dirmi se ci sono o no i presupposti per revocare la gara. Poi si prendono le decisioni, e credo saranno interessati i giorni di Ferragosto". Sulla questione Ilva interviene anche il presidente di Confimi Industria Puglia, Sergio Ventricelli.  "Auspico che questa estate sia l'ultima da precaria per l'Ilva e che l'autunno segni un decisivo cambio di passo". Mi auguro fortemente che il presidente del Consiglio Conte, figlio illustre di questa terra, a Bari il prossimo 8 settembre per la Fiera del Levante -  si faccia promotore di una definitiva accelerazione verso lo sblocco di una trattativa divenuta estenuante". Così afferma Venticelli sulla vicenda del siderurgico di Taranto, in attesa dell’arrivo in Puglia del premier.  Sul futuro di quella che resta l'acciaieria più grande d'Europa, Confimi Industria non ha dubbi “ sarebbe un delitto abbandonarla, senza fare tutto il possibile per tutelare industrie e posti di lavoro. Chiudere lo stabilimento perché inquina e non imporre bonifiche e investimenti in sicurezza ambientale sarebbe privo di buon senso. Occorrono serietà e idee chiare – continua il presidente di Cofimi Puglia - e, naturalmente, investitori. Insieme a una nuova Ilva crescerebbe tutto l'indotto, creando, con ogni probabilità, ulteriori posti di lavoro. Resta il nodo legato all'inquinamento e al pericolo per la salute degli addetti e dei residenti. Senza risanamento ambientale e innovazione industriale - conclude Ventricelli - non ci può essere futuro”. 

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