Giorno della Memoria- La visita del sindaco Annese al campo di Dachau

Autore Redazione Canale 7 | gio, 28 gen 2021 08:14 | 978 viste | Giorno-Della-Memoria Sindaco-Annese Monopoli Attualità

Angelo Annese: " Affinchè questo non debba accadere mai più".  

MONOPOLI – Il sindaco Angelo Annese, nel Giorno della Memoria, dal suo profilo social ricorda la sua visita al campo di concentramento di Dachau: “ Oggi 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria in commemorazione le vittime dell’Olocausto. Si celebra oggi perché 76 anni fa il 27 gennaio le truppe russe liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Sono passati invece 6 anni da quando io ho visitato il campo di concentramento di Dachau. Dachau fu il primo campo di concentramento nazista. Da Dachau transitarono circa 200.000 persone e, secondo i dati del Museo, ne morirono 41.500. Quando ho visitato il campo mi è rimasto dentro un senso di morte. E la cosa che più di tutte si è fissata nella mia mente sono stati i racconti delle torture.  L’arrivo al campo per i prigionieri prevedeva un rito di benvenuto. Il rito era costituito da 25 bastonate. Alcuni morivano. Dopo questo rito, spesso accompagnato da insulti, le vittime venivano rasate e spogliate di ogni cosa. Così entravano nel campo. La permanenza nel campo prevedeva le punizioni, punizioni inflitte senza ragione alcuna. Le punizioni erano variegate ma soprattutto disumane. Poteva succedere di essere appesi a dei ganci con le mani dietro la schiena per ore, così in alto da non toccare terra oppure di essere frustati su cavalletti, battuti con fruste di cuoio bagnato o ancora di essere messi con altre 3 persone nella “scatola", un posto grande quanto una cabina telefonica, così da non poter stare in piedi, né seduti né tanto meno sdraiarsi, si poteva rimanere lì dentro per tre giorni e tre notti, senza mangiare, bere o servizi igienici, alla fine dei 3 giorni la tortura continuava con 16 ore ininterrotte di lavori forzati. Questo è solo un breve racconto di uno degli aspetti caratterizzanti della disumanità di quei luoghi. Ricordare oggi non solo per non dimenticare ma soprattutto per non permettere che, qualcosa di così immondo, possa accadere più.

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